Le strutture del Gruppo Omnia Fertilitatis e Chianciano Salute PMA hanno il centro antiabortivo
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25 Luglio 2018La stimolazione farmacologica dell ‘ovulazione fa male?
Il “bombardamento”ormonale può favorire il cancro?
Quante volte ho dovuto rispondere a questa domanda ,quante volte questa errata convinzione ha spinto le pazienti a rinunciare alla stimolazione ovarica riducendosi le possibilità di diventare mamma.
La mia risposta era “NO”, in passato ma basata sulle mie sole conoscenze e deduzioni scientifiche, ed è ancora oggi “NO” con il suffragio di tutta la più dotta comunità scientifica.
La mia convinzione era basata su un semplice ragionamento: i farmaci utilizzati per la stimolazione ovarica sono gonadotropine ovvero FSH (di origine sintetica o di derivazione urinaria). In menopausa la donna produce giornalmente grosse quantità di FSH senza che ciò possa nuocere alla salute, pertanto non e' possibile che una stimolazione in media di dieci giorni, possa essere così lesiva per la salute!
Oggi a suffragare la mia convinzione ci sono tre gruppi di lavori scientifici che hanno di fatto incoraggiato tutta la comunità scientifica.
Il primo gruppo condotto da ricercatori americani dopo aver analizzato i dati relativi a oltre 12mila donne che tra il 1965 e il 1988,si erano sottoposte a trattamenti per stimolare la fertilità e che sono state monitorate fino al 2010, è giunto alla conclusione che i farmaci ormonali, comunemente utilizzati per la stimolazione ovarica durante i trattamenti anti-infertilità, non aumentano le probabilità di sviluppare un tumore del seno, dell’ovaio o utero.
Il secondo gruppo diretto dal prof K. Oktay ha dimostrato come non esista alcuna differenza nell' evoluzione del carcinoma della mammella in pazienti sottoposte a stimolazione ovarica con gonadotropine o meno.
Il terzo gruppo di lavoro ha dimostrato come non c'e' differenza nelle pazienti predisposte al cancro in quanto portatrici delle mutazioni geniche BRCA1 e BRCA2 (profili genici associati ad un maggior rischio di sviluppare un cancro) se sottoposte o meno a stimolazione ovarica.
In conclusione, se, come suggerito dalle linee guida per la preservazione della fertilità nelle pazienti oncologiche (linee guida preservazione della fertilità in pazienti oncologiche AIOM associazione italiana oncologia medica), una donna affetta da cancro si può sottoporre alla stimolazione ovarica, addirittura a volte posticipando l’inizio della chemioterapia o radioterapia non si comprende come si può credere o sostenere che questo tipo di trattamento possa provocare il cancro.
L ‘aspetto che dovrebbe, invece, preoccupare le pazienti o la domanda che le pazienti dovrebbero porsi è:
“E’stata personalizzata la mia stimolazione ovarica?”
Il “bombardamento”ormonale può favorire il cancro?
Quante volte ho dovuto rispondere a questa domanda ,quante volte questa errata convinzione ha spinto le pazienti a rinunciare alla stimolazione ovarica riducendosi le possibilità di diventare mamma.
La mia risposta era “NO”, in passato ma basata sulle mie sole conoscenze e deduzioni scientifiche, ed è ancora oggi “NO” con il suffragio di tutta la più dotta comunità scientifica.
La mia convinzione era basata su un semplice ragionamento: i farmaci utilizzati per la stimolazione ovarica sono gonadotropine ovvero FSH (di origine sintetica o di derivazione urinaria). In menopausa la donna produce giornalmente grosse quantità di FSH senza che ciò possa nuocere alla salute, pertanto non e' possibile che una stimolazione in media di dieci giorni, possa essere così lesiva per la salute!
Oggi a suffragare la mia convinzione ci sono tre gruppi di lavori scientifici che hanno di fatto incoraggiato tutta la comunità scientifica.
Il primo gruppo condotto da ricercatori americani dopo aver analizzato i dati relativi a oltre 12mila donne che tra il 1965 e il 1988,si erano sottoposte a trattamenti per stimolare la fertilità e che sono state monitorate fino al 2010, è giunto alla conclusione che i farmaci ormonali, comunemente utilizzati per la stimolazione ovarica durante i trattamenti anti-infertilità, non aumentano le probabilità di sviluppare un tumore del seno, dell’ovaio o utero.
Il secondo gruppo diretto dal prof K. Oktay ha dimostrato come non esista alcuna differenza nell' evoluzione del carcinoma della mammella in pazienti sottoposte a stimolazione ovarica con gonadotropine o meno.
Il terzo gruppo di lavoro ha dimostrato come non c'e' differenza nelle pazienti predisposte al cancro in quanto portatrici delle mutazioni geniche BRCA1 e BRCA2 (profili genici associati ad un maggior rischio di sviluppare un cancro) se sottoposte o meno a stimolazione ovarica.
In conclusione, se, come suggerito dalle linee guida per la preservazione della fertilità nelle pazienti oncologiche (linee guida preservazione della fertilità in pazienti oncologiche AIOM associazione italiana oncologia medica), una donna affetta da cancro si può sottoporre alla stimolazione ovarica, addirittura a volte posticipando l’inizio della chemioterapia o radioterapia non si comprende come si può credere o sostenere che questo tipo di trattamento possa provocare il cancro.
L ‘aspetto che dovrebbe, invece, preoccupare le pazienti o la domanda che le pazienti dovrebbero porsi è:
“E’stata personalizzata la mia stimolazione ovarica?”